A Catania Agosto è un mese strano, forse perché le varie organizzazioni politiche sono in vacanza, forse perché è il mese di totale libertà, ma in due anni Agosto è il momento in cui i catanesi si riprendono la piazza e lo fanno sempre in modo spontaneo. La parola giusta è spontaneismo.
A qualche vecchio militante comunista verrà un coccolone. Dicevamo Agosto prendi un ministro degli interni che ha appena sfiduciato il proprio governo, un comune a guida ciellina in un caldo pomeriggio al centro di Catania.
Sembrava il pomeriggio perfetto per una passeggiata con plausi di Salvini in piena Piazza Duomo a Catania fino ad un noto locale per gustarsi una granita. Invece, spontaneamente un gruppo di catanesi, stanchi delle politiche razziste e dei vari blocchi del ministro si presenta, in una ventina, alle 16 del pomeriggio sotto un sole generoso nel riscaldare. All’inizio appaiono 4 cartelli, si intonano le solite canzoni e Bella Ciao, canzone che come disse Alessio Lega non proprio il massimo da cantare per una rivoluzione/rivolta, il Salvini merda si affaccia timidamente come coro.
Il gruppo di contestazione si ingrossa ed in modo spontaneo si prende la piazza. Nel mentre vengono allontanati da Piazza Duomo tutti i giovani leghisti che, essendo in massima parte dei figuranti pagati da Salvini e vestiti come ad una serata di gala, hanno deciso di lasciare il campo pur di non prendere gli schiaffi. Si assiste a qualche battibecco tra Salviniani e sostenitori del sindaco con urla traditori e sceneggiate da teatro di strada, che solo il popolo riesce a fare con una teatralità che neanche Shakespeare.
La polizia schiera pochi uomini, limitandosi a contenere la folla. Salvini si rende conto che il suo giubileo con passeggiata annessa non ci sarà. Dopo diverse ore, la folla circonda il Municipio e sorveglia tutte le uscite. Qualcun* prende coraggio ed affitta una stanza nell’albergo a lato del Municipio, esponendo manifesti contro Salvini. Nel frattempo, in Piazza, si diffondono voci contrastanti: “è fuggito in ambulanza”, “no è rimasto dentro”, “esce” o “non esce”, “non va a Siracusa” etc. Duecento persone circondano il Municipio. All’improvviso il portone principale si apre e come un video di vecchia memoria, Salvini fugge in auto insieme a due auto della scorta.
Non si tratta della fuga di un candidato politico – come abbiamo visto negli anni con forzisti, leghisti, forzanovisti, piddini, etc – ma di un ministro degli interni, ovvero di un ruolo già ricoperto da personaggi (come Scelba, Tambroni, KoSSiga, Scalfaro, Napolitano, Bianco, Scajola, Maroni e Minniti) che hanno avuto (e lo hanno tuttora) il potere di uccidere, reprimere o mandare i carri armati per ristabilire l’ordine costituito.
La fuga di Salvini con la coda tra le gambe ed inseguito dai/dalle manifestanti, libera le energie presenti a Catania in questo Agosto in cui le cose spontanee sono le più belle.
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