Sicilia, Musumeci e migranti

Foto d’annata di due fascisti: il vecchio in decomposizione e il nuovo che avanza. Verso la decomposizione!

 

Durante l’ “Orgoglio Italiano” di Piazza San Giovanni a Roma del 19/10, il presidente della Regione Sicilia Nello Musumeci, coerente con le sue idee e il suo passato fascistoide, si scaglia contro i migranti e il governo di sinistra colpevole di aver ridotto la Sicilia ad un campo profughi e di spremerla con le tasse.
I tentativi di Musumeci di partecipare ad eventi nazionali (“Raduno di Pontida” del 1/07/2018, “Festa dell’UDC” a Fiuggi del 15/09/2019 e il citato “Orgoglio Italiano”) dimostrano come in teoria cerchi di ricucire un centro-destra (e presentarsi come una sorta di “ago della bilancia del centro-destra”); in realtà Musumeci vuole salvare il suo governo regionale dai debiti accumulati dalle precedenti amministrazioni e dallo scarso sostegno della borghesia locale – nonostante questi abbiano attinto i finanziamenti PON-FESR 2014-2020.
Gli spauracchi “migranti/tasse alte” e il potenziamento dell’industria turistica sono armi vincenti ma non bastano. Per avere dei risultati apparentemente duraturi e stabili in un territorio che, strategicamente parlando, è importante per controllare l’area mediterranea – ed un eventuale vuoto politico sarebbe molto pericoloso -, si riescono a comprendere determinati rapporti tra il governo regionale e le borghesie finanziarie “straniere” (maltesi, arabe e cinesi) e l’industria petrolifera (nel cui mezzo c’è ENI, Sonatrach (Algeria) e Lukoil (Russia)).
La campagna elettorale permanente di Musumeci e alleati è, quindi, in funzione di mantenere determinate stabilità e alleanze economiche.
Anche a costo di sacrificare dei/delle “negri/e”.

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