Cherubini fedele alla linea

 

Il Jova Beach Party è un tour estivo organizzato da Jovanotti e Coop e con la partecipazione del WWF. Per questo evento verranno reclutati volontari per “presidiare i contenitori della raccolta differenziata dislocati sull’area dell’evento e informare le persone su come fare bene la raccolta differenziata: verrai formato e coordinato dallo staff preposto e dovrai garantire la tua presenza e collaborazione alle mansioni indicate per tutta la durata dell’evento“. Tutto questo dalle 13 fino alle 23:30 (fine del concerto). Compenso? Due pasti più due buoni drink.
Al discorso dei costi di produzione e dei profitti che Cherubini&Soci guadagneranno con questi eventi, vi sono da sottolineare due aspetti: la questione lavorativa gratuita e quella ecologica. Il lavoro gratuito è un vero e proprio sogno erotico per i datori/proprietari/padroni e un incubo per chi deve (e dovrà) sottostare a tali logiche. Esempi come Milano-Expo 2015, l’alternanza Scuola-Lavoro e l’utilizzo dei/delle migranti per la pulizia delle strade servono a capire che nei tempi di crisi sociale ed economica bisogna adeguarsi a lavorare gratuitamente.
La questione ecologica, invece, è la “nuova” preoccupazione della borghesia e della burocrazia. L’inquinamento causato da emissioni di CO2 e dalle microplastiche nei mari aumentano l’insorgere di malattie e danneggia sempre più i profitti. Per frenare questo trend si cerca di convertire le strutture produttive in un qualcosa di “eco-sostenibile” per salvaguardare i profitti e avere una posizione dominante a livello di vendite delle merci.
In questo frangente rientrano il mondo intellettuale e culturale che, organizzando eventi in zone protette (come fa Cherubini e il suo staff), usano parole d’ordine come “salvaguardia dell’ambiente” e “protezione dell’animale X, Y o Z” e riescono a fare da megafono alle richieste economiche della borghesia. Il ruolo delle associazioni e ong ambientaliste (WWF, Legambiente e Greenpeace per esempio) in tali occasioni è quello di essere collusi nello sfruttamento ambientale, inserendosi completamente in dinamiche di profitto e di green-washing.
L’utilizzo di sedicenti personaggi famosi e culturali come infarcitori di discorsi retorici, nasconde tutto un sistema di sfruttamento. Ciò ricorda quello che diceva il personaggio interpretato da Rod Steiger, Juan Miranda, nel film “Giù la testa” di Sergio Leone:

Rivoluzione? Rivoluzione? Per favore, non parlarmi tu di rivoluzione. Io so benissimo cosa sono e come cominciano: c’è qualcuno che sa leggere i libri che va da quelli che non sanno leggere i libri, che poi sono i poveracci, e gli dice: “Oh, oh, è venuto il momento di cambiare tutto” […] Io so quello che dico, ci son cresciuto in mezzo, alle rivoluzioni. Quelli che leggono i libri vanno da quelli che non leggono i libri, i poveracci, e gli dicono: “Qui ci vuole un cambiamento!” e la povera gente fa il cambiamento. E poi i più furbi di quelli che leggono i libri si siedono intorno a un tavolo, e parlano, parlano, e mangiano. Parlano e mangiano! E intanto che fine ha fatto la povera gente? Tutti morti! Ecco la tua rivoluzione! Per favore, non parlarmi più di rivoluzione… E porca troia, lo sai che succede dopo? Niente… tutto torna come prima!

Cherubini è un esempio lampante di tutto questo.
Come non ricordare il suo periodo del servizio militare? Era la fine del 1988. Cherubini e il suo sponsor/creatore Claudio Cecchetto facevano diventare l’entrata nella caserma Turinetto di Albenga (provincia di Savona) come un evento gioioso e felice – una scampagnata lunga dodici mesi! Da questa esperienza, Cherubini compone la canzone “Asso” – un inno alla vita militare gioiosa e spensierata -, venendo immortalato nelle copertine dei giornali come TV-Sorrisi e Canzoni. Anni dopo, Cherubini scrisse nel libro “Gratitude” (edito da Einaudi nel 2013) che “la cosa più bella di quell’anno da militare è stata la copertina di Tv Sorrisi e Canzoni con me in divisa assieme a Roger Rabbit e il titolo Due ragazzi irresistibili.
Nel 1985 Roberto Perciballi dei Bloody Riot scriveva la canzone “Naja de merda” che, al contrario della canzone abominevole jovanottiana (Asso), è un vero e proprio grido anarchico antimilitarista contro una violenza di Stato che non solo porta a “morire per la patria” ma alle vessazioni – specie fisiche – da parte dei sottoufficiali e ufficiali. Compagni come Giuseppe Coniglio, Orazio Valastro, Fabrizio Falciani, Agostino Manni, Michele De Sabato e tanti altri subivano le persecuzioni militari giudiziarie-carcerarie per non voler indossare una divisa.
Finito il servizio militare, Cherubini incide due canzoni: una a favore della lotta contro mafia e l’altra contro l’aborto. Se nel primo caso vi è una dedica al lavoro svolto da Giovanni Falcone – sacrificato per smantellare solo il sistema corleonese -, nel secondo, invece, vediamo tutto il Cherubini difensore della vita ad oltranza. (1)
L’attacco alla legge 194, in quel preciso periodo storico, veniva anche da parte del clero e varie personalità dello spettacolo: come scritto in “Zeffirelli è morto e ce ne faremo una ragione“, il cardinale Biffi e il regista Zeffirelli, nei primi mesi del 1993, attaccavano duramente chi fosse a favore dell’aborto utilizzando moralismi e provocazioni di bassissima lega.
Qualche anno dopo, Cherubini rinnega la canzone contro l’aborto con un atteggiamento gravitante tra lo scaricabarile e il paraculismo:
è un testo che non mi appartiene più. È una strofa un po’ da ignorante, rappresenta un atteggiamento che non mi appartiene più, non riesco più a difendere quella posizione. Grazie o per colpa di quella canzone ho conosciuto donne che avevano avuto a che fare con l’aborto. Quando l’ho scritto ero influenzato da Pasolini e da altre cose che avevo letto“. (2)
Da questo momento in poi, l’artista romano comincia a “politicizzarsi” attraverso le mitizzazioni di un peronista e stalinista come Ernesto Guevara, una reazionaria e antiabortista come Anjezë Gonxhe Bojaxhiu (conosciuta come Madre Teresa di Calcutta) e un pacifista nazionalista come Mohandas Karamchand Gandhi.
Quando il governo italiano di centro-sinistra partecipa alla guerra del Kosovo, Cherubini, insieme a Pelù e Ligabue, incidono una canzone contro la guerra: “Il mio nome è mai più“. Nonostante il successo e l’aver donato i proventi ad Emergency, la canzone viene presa di mira per la sua banalità e finta-ingenuità (specie per la parte cantata da Cherubini) ed etichettata come un’operazione di rilancio commerciale per i tre (in particolare per Pelù che da lì a poco avrebbe abbandonato i Litfiba).
L’impegno politico di Cherubini si vede anche nelle partecipazioni ad eventi sul cancellare il debito dei paesi poveri, lanciando messaggi contro la violenza durante il G8 di Genova 2001 (“la rabbia va bene, la violenza no: picchiate i pugni sul tavolo e non in faccia agli altri” (3)) e facendo tour in difesa dell’ambiente.

Negli anni successivi, Cherubini sostiene inizialmente Renzi perchè la sua ambizione “non è un valore negativo, intelligente, preparato” (4) – salvo ripensarci in quanto “è un esempio della debolezza politica” (5)-, gira il video “Chiaro di luna” ad Asmara, ritraendo un’Eritrea felice e contenta – ignorando volutamente il regime dittatoriale e sanguinario di Afewerki (6) – e, ciliegina sulla torta, supporta il lavoro gratuito nei grossi eventi perchè i volontari “hanno partecipato ad una cosa, hanno costruito qualcosa dentro di sé. Quando ero bambino andavo a seguire alla sagra della bistecca, alla sagra della ranocchia. Per tre mesi a Cortona ogni anno facevo il cameriere gratis. Qualcuno mi dava qualcosa a fine serata, ma io comunque mi divertivo come un pazzo. Imparavo a essere gentile con le persone, avevo 14 o 15 anni. Lavoravo nella cultura, anche se facevo il cameriere alla sagra della ranocchia.” (7)
Alla luce di tutto questo, non deve stupirci o lasciarci a bocca aperta lo sfruttamento lavorativo gratuito all’interno dell’ennesimo Tour di Cherubini. Egli è sempre stato un fedele alla linea. Del capitale e dell’ipocrisia ovviamente.

Per ulteriori approfondimenti sulla questione Jovanotti e lavoro gratuito, leggere l’articolo di Marta Fana, “Voglio il tuo sudore”
Sulla questione ecologica leggere anche il nostro articolo su Greta capo delle Br

Note
(1) Come dimostrato nella strofa della canzone “Io no” (1992):
Ci sono bimbi che non han futuro
perché magari qualcuno ha deciso
ci sono bimbi che non nasceranno
e se ne vanno dritti in paradiso
perché da noi non c’è posto per loro
o solamente non erano attesi
ci sono bimbi che non nasceranno perché gli uomini si sono arresi.”
(2) “Jovanotti: “Sull’aborto non ho certezze ma non servo l’Ulivo”, Adnkronos del 12 Settembre 1997
(3) “G8:il messaggio di Bono e Jovanotti ai manifestanti”, Vita.it del 21 Luglio 2001
(4) “Jovanotti per Renzi: “Puntiamo sul nuovo”, La Repubblica del 4 Aprile 2013
(5) “Jovanotti: “Renzi è un esempio della debolezza della politica””, La Stampa del 3 Giugno 2015
(6) “Bufera social contro Jovanotti: “L’Eritrea non è il paradiso che fa vedere nel suo ultimo video””, tpi del 28 Novembre 2018
(7) “Jovanotti: “Lavorare gratis ai grandi eventi si può, se è per fare esperienza”. Critiche sul web”, Il Fatto Quotidiano del 3 Giugno 2015

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