” Noi organizziamo solo il detonatore: l’esplosione libera dovrà scapparci per sempre, e scappare a qualsiasi altro controllo” (L’Internationale Situationniste)
Siamo talmente immersi nella promozione e pubblicità da non vederla; la accettiamo incondizionatamente, senza riflessione e senza opposizione. Le multinazionali invadono i nostri spazi, occupano strade, muri, palazzi e pezzi di cielo con messaggi ridondanti e miranti a soddisfare quelli che loro reputano i nostri bisogni.
Riprendersi questi spazi significa, letteralmente, impossessarsi dei cartelloni, dei manifesti, delle strade e di tutti quei luoghi che le società pubblicitarie e le multinazionali hanno tolto alle comunità. Lasciandoci spettatori passivi, in mondo spettacolarizzato.
Occorre quindi sviluppare un sabotaggio.
Nascono così il Subvertising, letteralmente il sovvertimento della pubblicità, ed il Brandalism, il vandalismo del brand, forme di ribellione artistiche e politiche di ripresa degli spazi. Strumenti che, come teorizzava Guy Debord, permettono al proletariato di ritornare ad essere elemento attivo e non passivo in questa società dello spettacolo.
Da consumatori di merce a individui.
Il 4 Maggio presso il Teatro Coppola – Teatro dei cittadini di Catania, che si ringrazia per l’ospitalità, si è svolto incontro organizzato dal Gruppo Anarchico Chimera proprio sul tema del Subvertising. Ospiti della serata sono stati diversi artisti, in particolare Hogre, Ceffon, Illustre Feccia, Illusione Felice e dalla Gran Bretagna Matt, gli Special Patrol Group e Michelle.
Affrontando l’argomento della nascita e della successiva forte influenza dell’ “Internationale Situationniste” sul maggio francese, si è affermato che i manifesti prodotti in quella importante fase storica hanno notevolmente contribuito alla diffusione e al successo delle lotte francesi, e che hanno influenzato anche altri momenti di lotta in Europa.
Non è un caso la finta prima pagina del quotidiano Paese Sera con la foto di Tognazzi arrestato e definito il capo delle BR, creata dal quel capolavoro che era Il Male nel lontano 1979 e che fece scalpore venendo citata dai TG dell’epoca.
Il Situazionismo riaffiora, sporadicamente, in tanti altri piccoli episodi che riescono a creare situazioni imbarazzanti anche a livello internazionale, come la famosa telefonata tra Reagan e la Thatcher creata e diffusa ad arte dai Crass, in cui i due ammettevano crimini di guerra. Viene persino citato nei film, come in “Essi Vivono” diretto da Carpenter( 1988), gioiello di fantascienza, in cui il protagonista riesce a leggere i messaggi subliminali contenuti nei cartelloni pubblicitari.
Finito, tuttavia, il gran periodo di lotte sociali e politiche degli anni 60/70, il situazionismo scompare dalla lotta politica. Siamo in piena normalizzazione.
Agli inizi degli anni ’90, in particolare in Australia e Stati Uniti nascono le grandi lotte contro la pubblicità di sigarette che hanno portato alla eliminazione dei manifesti pubblicitari, delle pubblicità in TV e successivamente ad una delle leggi antitabagismo più severe al mondo.
Nasce l’ampio movimento detto del Cultural Jamming. Il Détournement ritorna in auge. Artisti politicamente attivi realizzano che la pubblicità in strada può essere sostituita con uno strumento di comunicazione che veicola messaggi politici, mediante ironia, o mediante affermazioni chiare e dirette. Mentre le corporation investono ingenti capitali per farsi pubblicità e costruirsi un’immagine, i culture jammers, non disponendo di tali risorse, utilizzano l’energia del nemico stesso per disfarne i messaggi. Una “contropubblicità” ben fatta fa il verso alle immagini e al timbro di un certo spot, provocando la classica reazione a scoppio ritardato nel pubblico, che si accorge di trovarsi di fronte l’esatto opposto di quel che si aspettava. Una “contropubblicità” è un potente esplosivo. Spezza l’ incanto costruito dalla realtà mediata e, per un attimo, svela in maniera chiarissima il triste spettacolo che questa nasconde. La controcomunicazione funziona secondo i modelli operativi tipici della comunicazione pubblicitaria: la presenza del logo, l’appropriazione di identità di corporate, l’impiego di strategie di marketing.
In genere tre sono le tecniche utilizzate: lo sniping, il fake, il collage.
Lo sniping è una forma di terrorismo artistico. I suoi adepti, gli snipers, sferrano attacchi a colpi di bombolette spray; la loro specialità è un insidioso inserimento di segni e simboli nello spazio pubblico. Essi cambiano, correggono o spiegano i contenuti spesso latenti di manifesti, monumenti, insegne e simili o anche “détournano” muri e facciate di edifici in apparenza privi di contenuto per mezzo dei graffiti. Il termine inglese ‘sniping’ significa anche spezzettare.
Lo ‘sniper’ opera con interventi grafici o testuali, spesso frammentari. Utilizza il materiale reperito sul terreno, lo completa o lo deforma con frammenti di testo, con simboli o immagini.
Il fake costituisce una delle attività predilette dai culture jammers. Si tratta di creare falsi, imitando efficacemente la voce del potere, con una miscela di imitazione, invenzione, straniamento ed esagerazione del suo linguaggio.
È un mezzo strategico che vuole portare alla luce le strutture discorsive nascoste e introdurre interpretazioni sovversive nei testi e nel linguaggio del potere.
Alla base della sua tattica un paradosso, da un lato dovrebbe essere il meno possibile riconoscibile (la falsificazione deve essere ottima), ma allo stesso tempo deve avviare un processo di comunicazione in cui divenga chiaro che l’informazione era falsa: il fake pertanto deve essere scoperto.
Gli Special Patrol Group in questo ambito sono unici. Lo stesso nome del loro gruppo (la Special Patrol Group era una forza di polizia finalizzata a reprimere e contrastare i disordini pubblici) è un fake mirabolante. Come sono le loro azioni che hanno messo in seria difficoltà le autorità di pubblica sicurezza come Scotland Yard. Qui un loro manifesto usato per metterli in ridicolo e per comunicare dei messaggi chiari e diretti contro le politiche di repressione da parte della polizia britannica.
Nel 2014 la contro-campagna della SPG creò forte imbarazzo nei confronti dell’autorità di Pubblica Sicurezza, proprio perché utilizzando dei fake permetteva alle persone di concentrarsi su messaggi in evidente contrasto con i manifesti originali. Ancora oggi i membri della SPG sono ricercati in Gran Bretagna.
Il testo del manifesto tradotto in italiano qui riportato, è il manifesto politico della SPG.
Su loro esplicita richiesta e grazie alla traduzione di Cesare Basile, è stato prodotto il testo in siciliano, proprio per permettere a chiunque di leggerlo e di comprendere le motivazioni dell’azione chiamata #RubaQuestoPoster.
Infine come ulteriore tecnica, non meno efficace, è il collage, una tecnica formale, sviluppata all’interno del cubismo.
Il suo obiettivo originario è quello di confondere i naturali modelli di percezione della realtà. Nel collage, infatti, elementi dipinti e incollati non sono più distinguibili a prima vista. Oggetti e materiali vengono collocati in un nuovo contesto e privati del loro senso originario, attraverso una diversa interpretazione e un utilizzo che ne altera il senso. Le tecniche del collage dovrebbero produrre una poetica del diverso e dell’incoerente, pertanto è necessario che gli elementi utilizzati vengano combinati in un prodotto semanticamente ambiguo.
Qui il manifesto prodotto durante il laboratorio che permette di comprendere bene l’efficacia di questo strumento. A fianco il manifesto originale.
Ma la lotta contro le Multinazionali e le loro pubblicità non avviene solo contro i manifesti stradali.
Nascono, infatti, collettivi che iniziano a diffondere fake video, alcune talmente particolari che attirano l’attenzione dei media. Come nel caso della campagnia virale TonyisBack che utilizza il Brand della Kellogg’s Tony the Tiger.
In conclusione il manifesto più divertente ma anche il più politicamente interessante è il successivo in quanto esprime il desiderio degli SPG di condividere le informazioni in modo da permettere a tutti di hackerare uno spazio pubblicitario.
Grazie a queste informazioni il dibattito ha affrontato diversi temi come la distinzione tra guerriglia marketing e creare memes rispetto al Subvertising. Ma soprattutto gli artisti in pieno spirito Situazionista hanno ammesso che nel momento in cui le Multinazionali dovessero utilizzare modalità e tecniche del subvertising, sarà giunto per loro il momento di cambiare strategia alzando il livello. Si è ribadita, quindi, la necessità per ora di hackerare i manifesti delle multinazionali proprio per svelarne il velenoso messaggio, creando una comunicazione slegata rispetto a quella delle corporation. Questo desiderio di diffondere le pratiche è stato il fine stesso del laboratorio svoltosi il 5 maggio, durante il quale, con l’aiuto ed i suggerimenti di questi artisti sono state condivise e praticate le varie tecniche per poter effettuare azioni di subvertising.
Un paese con i muri puliti è indice di un popolo muto
Un grazie infinito ad Hogre, Illustre Feccia, Illusione Felice, Ceffon, Matt, Michelle e gli Special Patrol Group per aver condiviso il loro agire e la loro stupenda umanità.