Anarcofemministe contro la xenofobia e il patriarcato!

Presentazione

Il 10 e 11 Dicembre a Marrakech si è tenuta la Conferenza internazionale sul Global Compact for Migration. Gli Stati che hanno aderito, hanno sottoscritto un patto fondato su un “approccio cooperativo per ottimizzare i benefici complessivi della migrazione, affrontando i rischi e le sfide per gli individui e le comunità nei paesi di origine, transito e destinazione”. Questa gestione dei fenomeni migratori internazionale è basata su 23 “Obiettivi per una migrazione sicura, ordinata e regolare” (1); in sostanza, vi è un aumento del controllo del fenomeno migratorio che, in un periodo di crisi economica e di scontri tra borghesie, è fondamentale per mantenere inalterati i poteri sociali, culturali ed economici dominanti.
Il controllo è una delle principali armi del dominio: attraverso la dicotomia assistenza-repressione, si riesce a trasformare i/le migranti ora in povere vittime e ora in eroi, ora in bestie e ora in delinquenti nati di lombrosiana memoria.
In Italia questo sentimento contro la migrazione non-italiana viene portata avanti da tutti i partiti politici parlamentari e sostenuta da buona parte della popolazione locale (2); in altre parti del mondo troviamo modalità simili.
È ciò che viene descritto nel comunicato del Colectivo Anarco-Feminista di Lima (Perù) dove numeros* migranti provenienti da un Venezuela distrutto dalla crisi economica -creata dall’inettitudine e corrotta Boliburguesia (3) e gli accordi per pagare i debiti con la Cina-, hanno attraversato i confini di Colombia e Perù.
L’ostilità della popolazione “peruviana” verso quell* che vengono considerat* invasori, è frutto della costruzione di “nazione-patria” cominciata fin dai tempi della “Guerra del Pacífico” o “Guerra del Guano y el Salitre” (1879-1884) e durata fino ai giorni nostri.
Questa visione di nazione-patria è, ad ogni modo, una cosa assai comune in tutti gli Stati sudamericani: vedasi la pulizia etnica che i governi cileni e argentini fanno da quasi un secolo ai danni dei mapuche o i governi brasiliani e venezuelani verso le popolazioni native dell’amazzonia.
In quanto per noi lo Stato e il Capitale sono funzionali sempre e comunque al controllo e alla mercificazione dell’individuo, ribaltiamo tutto un sistema del genere, puntando ad una solidarietà e mutuo aiuto tra sfruttat*.

Il confine non è un muro, è un sistema di controllo
non protegge le persone, le mette l’una contro l’altra
non favorisce l’unità, genera rancore
non tiene fuori i predatori, dà loro distintivi e pistole
il confine non divide un mondo da un altro
c’è solo un mondo e il confine lo sta lacerando” (Migrants Welcome, CrimethInc)

Note
(1) Global compact for safe, orderly and regular migration, pagg. 5-6. Link: https://refugeesmigrants.un.org/sites/default/files/180711_final_draft_0.pdf
(2) L’Italia preda di un sovranismo psichico. Link: http://www.censis.it/7?shadow_comunicato_stampa=121184
(3) Boliburguesia è una contrazione delle parole “bolivariano” e “burguesía”; si indica la classe economica e burocratica nata con la Quinta Repubblica Venezualana di Chavez e alleati.

Si ringraziano per la traduzione F., V.. Revisione di E.

Link originale

Oggi, nel giorno Internazionale del/della Migrante: Nè Frontiere, nè Bandiere!
Anarcofemministe contro la xenofobia e il patriarcato!

L’arrivo dei/delle migranti venezuelan* ha prodotto un arcaico sentimento patriottico e nazionalista in vari settori della società peruviana che si traduce in xenofobia, intolleranza e razzismo contro i/le nuov* arrivat*. Un discorso inaccettabile tra attivist* e gruppi che aspirano a costruire una società meno violenta contro le persone più vulnerabili.
Per questo motivo, come anarco-femministe, diciamo:
La migrazione è un fenomeno completamente normale nella storia dell’umanità. Proprio come le nostre madri e nonne arrivarono a Lima decenni fa, scappando dalla violenza e dalla miseria dell’interno del paese, incontrando razzismo e discriminazione da parte del popolo di Lima, ora i venezuelani sono alla ricerca di un futuro migliore per le loro famiglie. Come molti peruviani che hanno lasciato il paese. Non dovrebbero essere oggetto di violenza da parte dei governi, delle forze di polizia e men che meno di alcuni settori intolleranti della società.
Si argomenta che la presenza a Lima di una maggior quantità di persone desiderose di ottenere un lavoro dignitoso aumenterà la disoccupazione in quanto aumenterà il numero di persone in competizione tra loro. Questo argomento banale contraddice completamente la logica di qualsiasi movimento anticapitalista, in cui è chiaro che I VERI COLPEVOLI DELLA DISOCCUPAZIONE E DELLO SFRUTTAMENTO SONO IMPRENDITORI E POLITICI: i primi per approfittare della miseria dei/delle peruvian* e dei/delle migranti, scegliendo di pagare salari sempre più disumani; i secondi per indebolire sempre più i diritti lavorativi, dando più strumenti agli sfruttatori. Non è necessario ricordare che lo sfruttamento capitalistico è un fenomeno mondiale, quindi I/LE LAVORATORI/LAVORATRICI DI TUTTE LE NAZIONALITÀ DEVONO UNIRSI CONTRO GLI SFRUTTATORI.
Prima del discorso patriottico su una presunta difesa del territorio contro l'”invasione” migrante, vale la pena ricordare che LE FRONTIERE SONO UN’INVENZIONE DELLA BORGHESIA NEL DIVIDERE I LAVORATORI/LE LAVORATRICI. IL DISCORSO XENOFOBO È FUNZIONALE AL CAPITALISMO, perché nulla rende più allegro l’imprenditore sfruttatore che vede i/le pover* combattere gli uni/le une contro gli altri/le altre invece di combattere unit* contro esso.
Inoltre risulta ironico che questo discorso trumpista sia capitato tra attivisti e movimenti definiti “anti sitema” e “anti capitalisti” che sembrano aver dimenticato l’internazionalismo e la solidarietà di classe. Al colmo dell’incoerenza, molti usano come esempio le politiche migratorie di governi capitalisti e razzisti che reprimono il proprio popolo, come il Cile di Piñera, gli Stati Uniti di Trump e il futuro Brasile di Bolsonaro.
Riguardo in particolare alle migranti, per la loro condizione di donne straniere in una società machista e misogina come quella attuale, si trovano in una SITUAZIONE DI DOPPIA VULNERABILITA’. Prova di questo è il caso di due donne venezuelane violentate dalla polizia, casi che continuano impuniti. Allo stesso modo, dalla loro partenza, le venezuelane sono state oggetto di molestie e stereotipi razzisti e machisti, riguardo al loro aspetto, per minimizzare così i casi di violenza di genere perpetrati contro di loro. Le venezuelane sono state reificate sessualmente da parte dei mezzi di comunicazione e le reti sociali, riproducendo in loro -in grado maggiore- gli stessi pregiudizi che esprimevano verso le peruviane. Allo stesso modo, molte migranti sono sfruttate sessualmente dalle mafie che le lasciano senza documenti, sapendo che qualunque crimine contro di loro resterà impunito. Alcune sono separate dai propri familiari, dalle figlie. La maggior parte di queste donne non riceve aiuto da parte dello Stato. Come femministe dobbiamo stare all’erta contro le minacce del patriarcato verso le migranti perché la SORELLANZA E IL FEMMINISMO VANNO DI PARI PASSO CON L’INTERNAZIONALISMO.
In quanto ai settori che dicono di preoccuparsi per l’incremento della popolazione e che potrebbe creare disoccupazione e povertà, risulta curioso che incitino la violenza contro le persone migranti quando questi stessi collettivi hanno sostenuto un discorso contro i diritti e contro la DEPENALIZZAZIONE DELL’ABORTO e dell’APPROCCIO DI GENERE NELL’EDUCAZIONE, mezzi che potrebbero servire davvero a contenere l’aumento della popolazione senza alcuna necessità di esercitare violenza contro nessun*. Per concludere, sebbene come anarchiche ci opponiamo alle istituzioni e ai governi oppressori, consideriamo un progresso sociale il riconoscimento dei diritti dei settori vulnerabili della società, come le donne, le persone LGTBI, le operaie, le indigene, contadine e anche le migranti. Pertanto, ripudiamo qualunque evento di supposta protesta contro qualunque politica che proibisca allo Stato, alla Polizia repressiva e alle istituzioni di esercitare violenza e discriminazione contro i/le migranti.
Staremo all’erta contro qualunque discorso di odio che sorge e lo smaschereremo.
SORELLANZA CON LE MIGRANTI
NESSUN ESSERE UMANO è ILLEGALE
ABBASSO LE FRONTIERE
Collettivo AnarcoFeminista – Lima

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