È passato un anno dal nostro post “La vostra festa del lavoro, la vostra merda nel cervello“. L’unico cambiamento avvenuto in Sicilia è solo il peggioramento nella vita dei lavoratori e delle lavoratrici e di chi cerca, disperatamente, un lavoro per poter sopravvivere.
Non servono i dati della Commissione Europea per capire che crisi sociale ed economica sta attraversando la Sicilia, così come non servono le parole e i gesti delle mani di un Musumeci che, da bravo ex fascista ed attuale presidente della Regione, si lamenti di come il 1 Maggio sia una “Festa del Lavoro” in una regione di disoccupati.
Il numero di licenziamenti e l’istituzione di nuove forme di sfruttamento (all’interno delle strutture ricettive in particolare) è aumentato in modo spropositato, senza dimenticare la gentrificazione e la guerra tra le aziende delle GDO.
La risposta per mantenere in auge tale sistema è quello di difendere i padroni e i prodotti locali!
Ecco come il 1 Maggio diventi una giornata dove si esalta l’unione tra padroni e lavoratori e lavoratrici, sminuendo qualsiasi discorso di emancipazione lavorativa e mantenendo lo sfruttamento corrente.
Questi schifosi tentativi di trasformare il 1 Maggio come Festa del Lavoro deve essere smantellato una volta per tutte.
Non ricordiamo solo la condanna di otto anarchici a Chicago nel 1886 ma, piuttosto, la lotta che essi portavano avanti: l’abolizione del lavoro salariato -attraverso il graduale abbassamento delle ore lavorative-, l’organizzazione operaia e la riappropriazione dei mezzi di produzione.
Chi difende pedissequamente il lavoro salariato e qualsiasi forma di potere, esce automaticamente dal concetto stesso di emancipazione lavorativa