Chimera, che fuoco spirava,
che immane era, tremenda, veloce nei piedi, gagliarda.
Essa tre teste aveva: la prima di fiero leone,
l’altra di capra, la terza di serpe, d’orribile drago.
Bellerofonte prode con Pègaso morte le diede.
(Esiodo, “Teogonia,” versi 319-325, trad. E. Romagnoli)
Di dar morte all’indomita Chimera.
Era il mostro d’origine divina
Lïon la testa, il petto capra, e drago
La coda; e dalla bocca orrende vampe
Vomitava di foco. E nondimeno
Col favor degli Dei l’eroe la spense.
(Omero, “Iliade,” Libro VI, versi 221-226, trad. V. Monti)
Secondo la mitologia greca, la chimera era una creatura nata dall’unione di Tifone ed Echidna. Rappresentata ora come “mostro d’origine divina Lïon la testa, il petto capra, e drago la coda,” ora come creatura che “aveva tre teste: la prima di fiero leone, l’altra di capra e la terza di serpe,” essa sputava fuoco dalle teste uccidendo i malcapitati. Venne uccisa da Bellerofonte con una lancia dalla punta di piombo.
Se per Esiodo ed Omero la chimera rappresentava, come unica creatura, la violenza (dal leone), la lussuria (dalla capra) e la perfidia (dal serpente), Platone, nel nono libro della “Repubblica”, parla non solo della Chimera ma anche di “Scilla, Cerbero e vari altri esseri […] costituiti da molte forme riunite in un unico corpo”, indicandoli come perversioni bestiali interne ad un individuo. Queste perversioni, trasformano l’individuo “travestito da uomo” (simbolo di rettitudine e giustizia), in un essere crudele, ingiusto ed avido che, con i suoi vizi e le sue passioni, distrugge l’armonia e l’equilibrio dettato dalle leggi e dallo Stato.
Benché i tre autori citati identifichino questa creatura con la deformità morale e fisica dei loro tempi – ripresa poi dai cristiani con la rappresentazione della chimera come la negazione della trinità-, le tre teste che compongono la creatura possono rappresentare il coraggio (dal leone), la mansuetudine (dalla capra) e la sapienza (dal serpente).
Le molteplici rappresentazioni della chimera l’hanno trasformata in simbolo dei cambiamenti, delle illusioni e delle fantasie azzardate: in parole povere in un simbolo dell’utopia e dei sogni vani.
Come anarchic*, affermiamo che le molteplici rappresentazioni di un simbolo (la chimera) siano dinamiche e fluide, tendenti ad essere plasmate e costantemente modificate tramite l’unione di teorie e pratiche attinenti alla realtà che l’individuo vive.
Prendiamo la Chimera non come simbolo negativo/positivo dettato da un establishment intellettuale passato, odierno o futuro, ma come simbolo di una teoria e pratica dinamica e fluida di liberazione per tutt*.
Oggigiorno assistiamo sia ad un profondo divario tra chi possiede la ricchezza e chi no -portando ad un peggioramento nella vita sociale e lavorativa di tutt*- sia a tentativi di “dividi et impera” da parte del Capitale, degli Stati e della cultura dominante.
In quanto anarchic*, ci opponiamo a tutto questo: ogni problema di qualcun*, è un problema per tutt*. Crediamo nell’auto-organizzazione tra sfruttat* e non in avanguardie sterili, arroganti, presuntuose e senza senso.
Credendo in ciò, vogliamo costruire, attraverso il mutuo appoggio, la solidarietà e l’azione diretta, dei percorsi di autogestione come la creazione di strutture di autoreddito, la possibilità di abitare liber* da palazzinari, da banche e da strutture burocratiche e di mangiare tutti i giorni e il più possibile fuori dai meccanismi neoliberisti.
Per l’azione diretta
Per il mutuo appoggio
Per la solidarietà
Per l’anarchia.