Solidarietà all’Asilo Occupato e agli spazi occupati!

In questi ultimi mesi, molti spazi sociali e comitati di lotta per la casa hanno subito attacchi dalle istituzioni.
A Dicembre numerosi arresti sono stati fatti a Milano ai danni dei militanti del comitato di lotta per la casa del quartiere Giambellino e a Cosenza ai danni del collettivo Prendo casa.
La settimana scorsa le autorità hanno sgomberato l’Asilo di Torino centro sociale occupato da 24 anni.
Le accuse? L’aver affrontato l’emergenza abitativa, il degrado e l’incuria dei quartieri popolari, opponendosi agli sgomberi che lasciano case vuote e famiglie per la strada e organizzando manifestazioni, presidi, picchetti antisfratto e aiutando persone in difficoltà.
L’atto sovversivo perpetrato, secondo la cultura dominante, è quello di non essersi uniformat* alla vita sociale e di aver attuato delle reali pratiche di resistenza attraverso degli spazi liberati.
Individui “senza possibilità economiche riprendono ciò che a loro viene negato, manifestando nella produzione della vita quotidiana una grande capacità di costruire legami sociali con fini comuni” (cit. Andrea Staid, Occupare lo spazio. Modalità diverse di abitare come pratica di resistenza)
A riprova di quanto scritto da Staid ed in solidarietà all’Asilo e alle persone che lo hanno reso uno spazio di resistenza, si riporta quanto scritto da Roberto Carocci, compagno romano, su facebook:

Ho frequentato gli squat anarchici torinesi nella prima metà degli anni ’90, durante il mio primo anno di università a Pavia. La sera si prendeva la macchina – che chiamavamo Cesira – e si andava per qualche concerto punk a El Paso, Delta, ecc. Erano posti belli (i bagni di El Paso!), molto diversi dai soliti centri sociali. Per lo più non c’era la sottoscrizione e neanche il bar, da bere te lo portavi tu e, nel migliore dei casi, lo condividevi. Lo scambio in denaro era assente o quantomeno ridotto al minimo. Erano momenti di allegra, libera e pacifica aggregazione umana, a volte un po’ selvaggia.
In questi giorni, a Torino, hanno sgomberato l’Asilo che fu occupato proprio in quegli anni e arrestato 6 anarchici/he per, pare, aver espresso il proprio disappunto nei confronti dei campi di concentramento per i migranti (se lo avessero fatto negli anni ’30-40 in Germania, oggi sarebbero eroi). La Torino anarchica sta tutt’ora rispondendo con tre giorni di rivolta, senza piagnistei, senza rivendicare una propria presunta utilità/funzionalità sociale o la ricerca di una qualche accettazione (come fin troppo spesso accade in questi casi), ma semplicemente affermando se stessa. Perché? Perché al cuor non si comanda.

 

Per portare solidarietà e sostegno:

agli/alle arrestati/e dell’Asilo: conto intestato a Giulia Merlini e Pisano Marco
IBAN IT61Y0347501605CC001185671.
al Comitato Abitanti Lorenteggio-Giambellino: Cassa di solidarietà intestazione a Bruno Di Benedetto
IBAN:IT58T0608533430000076000370BIC\SWIFT:CASRIT22

Daje Asilo! Daje Giamba! Daje Prendo casa!

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