“Nostra patria è il mondo intero, nostra legge è la libertà”

L’arrivo della nave Diciotti nel porto di Catania, scatena gli animi dei politicanti italiani. Attraverso i social network e le dichiarazioni televisive, i vice-premier e varie personalità dell’attuale governo (Salvini, Fico, Toninelli e Di Maio), giocano a contrattare con l’Unione Europea sulla pelle di 170 persone. La cosiddetta opposizione del Partito Democratico -il partito che, quando era al governo, aveva concordato con la dirigenza libica la costruzione dei lager per i/le migranti-, fa la sua passerella dichiarandosi di solidarizzare con le persone sulla nave Diciotti.
Dei/delle 170 migranti arrivati/e, 130 sono di nazionalità eritrea; come riportato dal dossier “Report of the detailed findings of the Commission of Inquiry on Human Rights in Eritrea”, il governo di Afewerki e le forze armate incoraggiano: la delazione, reprimono il dissenso con la carcerazione, costringono la popolazione ai lavori forzati -pena carcerazioni arbitrarie-, torturano (anche sessualmente) i/le prigionieri/e uccidono senza processi all’interno dei campi di prigionia.
Nonostante le condanne ufficiali contro le violazioni dei diritti umani, i governi italiani e l’Unione Europea fanno affari d’oro con il governo di Afewerki.
L’ “Accordo di cooperazione economica” del 2000 e l’ “Accordo per la promozione e protezione degli investimenti” del 2003 tra governo italiano e quello eritreo, permette alle aziende italiane presenti in Eritrea (Enertronica-ETA (Eritrean Trade Agency) del Gruppo Piccini, Italfish srl (Martinsicuro, Teramo), Sider Piombino e Za.Er srl-gruppo Zambaiti) di poter prosperare indisturbatamente e sfruttare manodopera a basso costo. A questi accordi, si aggiunge l’accordo “National Indicative Programme 2016-2020”, dove l’Unione Europea investirà 200 milioni di euro per infrastrutture, consulenze e cooperazione tecnica in Eritrea -e quindi una maggior penetrazione delle aziende dell’Unione Europea nel suddetto territorio.
Di fronte a tutto questo, come anarchic* solidarizziamo con tutti/e i/le migranti reclusi/e sulla nave Diciotti, opponendoci a qualsiasi discorso funzionale al sistema economico e di controllo odierno.
Gruppo Anarchico Chimera

Di seguito, i disegni di un eritreo sopravvissuto alle torture e pubblicate sul dossier “Report of the detailed findings of the Commission of Inquiry on Human Rights in Eritrea”
Immagine 1. Elicottero: alla vittima vengono legati mani e piedi dietro la schiena, mentre è distesa per terra a faccia in giù, viene legata con una corda per le mani e i piedi, a torace nudo, all’aperto sotto il sole, la pioggia e nelle notti fredde
Immagine 2: Almaz (diamond): le vittime sono generalmente appese a un albero con i gomiti legati dietro la schiena e costretti a stare in punta di piedi.
Immagine 3. Torcia: all’interno di una speciale camera di tortura, la vittima viene legata con i polsi dietro la schiena e i piedi legati; un bastone viene posizionato sotto le ginocchia e sostenuto da entrambi i lati orizzontalmente su di una struttura; il corpo è voltato in modo che i piedi siano esposti in su.

Volantino

 

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